La parola “Bruxismo” (dal greco brýkhō, “digrigno i denti”) è il termine medico che indica la tendenza a digrignare i denti serrando con forza la mascella e la mandibola, contraendo tutta la muscolatura che è coinvolta nella masticazione: movimenti eccessivi di occlusione e sfregamento che possono causare l’abrasione dei denti.
Il bruxismo si manifesta sia nei bambini, sia negli adulti.
Il bruxismo infantile, che solitamente ha il suo massimo riflesso nel complesso periodo dell’adolescenza, è portato a risolversi quasi sempre spontaneamente con la crescita e la serenità psicologica. Accade spesso che il problema possa andare e venire nel tempo, acuendosi nei periodi più stressanti.
Il metodo principale per trattare il bruxismo è portare un “bite”. Si tratta di un apparecchio (placche occlusali) trasparente, realizzato in resina acrilica e simile a un paradenti, modellato secondo le proprie arcate dentali. Ha la funzione di risolvere molti problemi dell’apparato masticatorio, tra i quali quelli appunto legati al digrignamento dei denti, oltre che alla dislocazione mandibolare. Viene utilizzato solitamente durante il riposo notturno: prima di coricarsi lo si inserisce sui denti superiori e lo si tiene per tutta la notte.
Il bruxismo rientra nella categoria più ampia dei disordini temporo-mandibolari. La gestione di questi disturbi è prevalentemente conservativa (terapia comportamentale secondo ecological momentary assessment, fisioterapia funzionale, bite) o minimamente invasiva (artrocentesi e tossina botulinica).
All'interno dello Studio valuteremo accuratamente il caso specifico con la nostra figura professionale interna Dott. Matteo Val, chirurgo odontostomatologico esperto nel trattamento dei disturbi temporo-mandibolari, che garantirà al paziente la continuità della terapia, dalla diagnosi iniziale alla selezione del miglior percorso di cura personalizzato.
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