Parlando di stripping dentale intendiamo una tecnica ortodontica volta al riallineamento in arcata dei denti. Quando si rivela necessario “guadagnare” uno spazio minimo tra un incisivo e l’altro, con lo stripping vengono limati pochi centesimi di millimetro di smalto dai denti. In questo modo, lo spazio “recuperato” serve per rendere possibile il movimento dei denti e perciò il loro corretto riallineamento.
Si differenzia dalla tecnica della corono-plastica (o amelo-plastica), che invece è utile a fini estetici per rimodellare la forma del dente, lavorando appunto sulla corona, nel caso in cui l’aspetto sia disarmonico.
COME SI ESEGUE LO STRIPPING?
Innanzitutto va precisato che lo stripping dentale si esegue solo dopo un’attenta analisi da parte dell’ortodontista. Si tratta di un’operazione non reversibile, quindi la valutazione da parte dello specialista è fondamentale.
Può essere eseguito in due modi: con delle apposite frese o con delle strisce abrasive. In entrambi i casi si lavora sullo smalto, che non è innervato (cioè non ci sono nervi al suo interno) e dunque l’operazione non provoca alcun dolore.
CI SONO SOLO BENEFICI O ANCHE RISCHI?
Come abbiamo visto, lo stripping è molto utile nel caso in cui per riallineare gli incisivi serva recuperare qualche centesimo di millimetro di spazio in più tra un dente e l’altro. L’operazione però, andando a ridurre lo spessore dello smalto, fa sì che il dente sia leggermente meno protetto. Può perciò divenire più sensibile al caldo e al freddo ed essere più esposto alle aggressioni batteriche, perciò allo sviluppo delle carie.
Facendo particolare (e costante) attenzione all’igiene orale, comunque, il rischio può essere facilmente aggirato.
