Diciamolo subito, il dolore al collo non c’entra. Per “lesioni cervicali non cariose” s’intende la perdita di smalto in corrispondenza del passaggio tra dente e gengiva, comunemente chiamato “colletto”. Come suggerisce il nome, non derivano dall’azione della carie.
Queste lesioni possono interessare solo la corona del dente (smalto e dentina) o nei casi più gravi coinvolgere anche la radice (dentina e cemento). Quando a farne le spese è la radice del dente, questo porta a un ritiro delle gengive.
Possono essere di vario aspetto e dovute a:
- Abrasione: esempio tipico, lo spazzolamento eccessivo e/o errato dei denti.
- Erosione: a causa di un agente chimico (acidi di origine esterna come bibite acide, frutta, succhi di frutta o interna come reflusso esofageo, rigurgito).
- Fattori legati allo stress occlusale: dovuti cioè al digrignamento o al serramento.
La miglior terapia per questo tipo di lesioni consiste nella loro individuazione in stadi precoci e nel cercare di identificarne i fattori che le hanno causate.
Quando i fattori riscontrati sono prevalentemente abrasivi, si andrà a correggere la tecnica di spazzolamento, per adottarne una corretta: la prima cosa da fare è eliminare i movimenti orizzontali a favore di quelli verticali. Aggiustando la forza di strofinamento e lavandosi i denti almeno un’ora dopo l’assunzione di ingredienti acidi, per consentire alle superfici demineralizzate di remineralizzarsi.
Quando prevalgono, invece, le componenti erosive, bisogna agire sulla dieta, cercando di eliminare l’abitudine all’assunzione ripetuta nell’arco dell’intera giornata di cibi e bevande acidi.
Le lesioni non cariose possono creare ipersensibilità. In questo caso, per ridurre tale sintomo è opportuno ripristinare la sostanza dentale persa tramite un’otturazione eseguita con tecnica adesiva.